La sera di mercoledì 13 aprile un gruppo di precar@ abitanti a Roma nord è
andato a segnalare con striscioni e stancil, una delle tante speculazioni del nostro territorio
Si tratta di una nuova costruzione in Via di Torrevecchia, simbolo di una città in cui si continua a costruire , nonostante le 200.000 case sfitte censite recentemente da legambiente, per garantire profitti ai soliti noti.
Enormi responsabilità ricadono soprattutto su chi in tempo di crisi sta aumentando i propri guadagni.
Parliamo delle banche, che pignorano case a gente che non riesce più a pagarsi il mutuo o che, per vari motivi, si trova in situazioni di forte indebitamento.
Parliamo dei costruttori e di tutti quelli che hanno interesse a tenere vuoti interi stabili, con l’obiettivo di far salire i prezzi del mercato.
Parliamo delle istituzioni politiche, che delegano ogni pratica di welfare al sistema familistico e privato.
A tutto ciò noi rispondiamo segnalando il nostro bisogno di spazi culturali e abitativi, in territori in cui affitti insostenibili, quartieri mal collegati e mal costruiti, servizi insufficenti rendono le nostre vite più difficili e precarie.
In questi mesi stiamo costruendo meccanismi di solidarietà diretta, inchieste e spazi di discussione per cercare di colmare quelle distanze che ci fanno sentire soli davanti al ricatto della precarietà, per riuscire a riprenderci ciò che ci spetta: lo facciamo partendo dai nostri quartieri, dal basso, autorganizzandoci.
CONTRO SPECULAZIONE E PRECARIETÀ, CI RIPRENDIAMO TUTTO!
andato a segnalare con striscioni e stancil, una delle tante speculazioni del nostro territorio
Si tratta di una nuova costruzione in Via di Torrevecchia, simbolo di una città in cui si continua a costruire , nonostante le 200.000 case sfitte censite recentemente da legambiente, per garantire profitti ai soliti noti.
Enormi responsabilità ricadono soprattutto su chi in tempo di crisi sta aumentando i propri guadagni.
Parliamo delle banche, che pignorano case a gente che non riesce più a pagarsi il mutuo o che, per vari motivi, si trova in situazioni di forte indebitamento.
Parliamo dei costruttori e di tutti quelli che hanno interesse a tenere vuoti interi stabili, con l’obiettivo di far salire i prezzi del mercato.
Parliamo delle istituzioni politiche, che delegano ogni pratica di welfare al sistema familistico e privato.
A tutto ciò noi rispondiamo segnalando il nostro bisogno di spazi culturali e abitativi, in territori in cui affitti insostenibili, quartieri mal collegati e mal costruiti, servizi insufficenti rendono le nostre vite più difficili e precarie.
In questi mesi stiamo costruendo meccanismi di solidarietà diretta, inchieste e spazi di discussione per cercare di colmare quelle distanze che ci fanno sentire soli davanti al ricatto della precarietà, per riuscire a riprenderci ciò che ci spetta: lo facciamo partendo dai nostri quartieri, dal basso, autorganizzandoci.
CONTRO SPECULAZIONE E PRECARIETÀ, CI RIPRENDIAMO TUTTO!
precari@anche.no
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